ARDAULI (SARDEGNA, ITALIA) – DOMUS DE JANAS
DIPINTA DI MANDRAS
ARDAULI (SARDINIA, ITALY) - ROCK-CUT TOMB PAINTED
OF MANDRAS
Cinzia LOI
Riassunto
Nel territorio di Ardauli (Sardegna centrale) sono
presenti almeno 30 ipogei funerari neolitici del tipo a “domus de
janas” isolati o raggruppati in piccole necropoli. Fra di essi il
più importante è senz’altro quello di Mandras. Questa
tomba, scavata nella trachite, mostra - nell’anticella e nel vano
principale - il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una
capanna secondo due schemi tipologici differenti. Particolare interesse
riveste, inoltre, il motivo a “reticolato” presente lungo le
pareti della cella principale..
Parole chiave
Sardegna, Neolitico Recente, Cultura di Ozieri, ipogeo
funerario, dipinta
Resumen
En el término municipal de Ardauli
(Cerdeña central) se localizan al menos 30 hipogeos funerarios
neolíticos del tipo “domus de janas” aislados o
agrupados en pequeñas necrópolis. Entre ellos el más
importante es sin duda el de Mandras. Esta tumba, excavada en las
traquitas, muestra – en la antecámara y en el vano principal,
el techo pintado para reproducir el de una cabaña según dos
esquemas tipológicos diferentes. Particular interés tiene,
además, el motivo “reticulado” reproducido a lo largo de
la pared de la estancia principal.
Palabras clave
Cerdeña, Neolítico Reciente, Cultura de
Ozieri, hipogeo funerario, decoración pintada
La domus de janas di Mandras è ubicata circa 3 chilometri ad Est
del moderno abitato di Ardauli, in un’area ricca di monumenti
archeologici riferibili sia ad età preistorica (necropoli ipogeica
di Crabiosu ed omonimo riparo sotto roccia, tomba ipogeica di
Istudulè, necropoli ipogeica di Muruddu) che storica (insediamenti
romani di Idd’Edera e Tanghè). Il territorio circostante,
adibito oggi al pascolo, presenta morfologia collinare con altitudini
comprese tra i 500 e i 600 metri s.l.m. (Rif. IGM: Foglio 515, II,
Busachi; 40°05’48’’ lat. Nord;
8°57’06’’long. Est da Greenwich).
La tomba si apre alla base di un basso affioramento
trachitico, ove, accanto, sulla destra, è presente il chiaro
tentativo di escavazione di una seconda grotticella. Poco distante, su
un’altra parete, è stata individuata una terza tomba, scavata
parzialmente.
La domus di Mandras (fig. 1), a sviluppo planimetrico
longitudinale, è costituita da un breve atrio, da un’anticella a, seguita dalla
cella b, al lato
della quale si apre - sulla parete Ovest - il vano c che a sua volta si articola in un
ulteriore piccolo ambiente d.
L’interesse di questa tomba consiste negli
elementi architettonici dipinti (presumibilmente con ocra rossa) che ornano
i soffitti e le pareti dell’anticella e della cella principale,
interpretabili come trasposizione nella viva roccia di parti strutturali
della “casa dei vivi”.
Dell’atrio, in parte interrato e privo delle
pareti laterali, residua lo spigolo inferiore della parete Est e parte del
piano pavimentale, nel quale è presente una fossetta di forma
irregolare (m 0,25 di diam.; m 0,07 di prof.) mentre, in prossimità
dell’ingresso, è visibile una canaletta trasversale di m 0,80
x 0,12 x 0,05 di profondità. Attraverso un’apertura irregolare
(m 0,63 x 0,82 di altezza), determinata dall’abbattimento del
portello e orientata verso Sud, si accede all’anticella a di pianta
semicircolare (m 0,96/1,27 x 0,86 x 1,07 di altezza massima). La parete
è rettilinea all’ingresso ed inclinata verso l’esterno,
mentre le restanti pareti sono curvilinee; il soffitto, concavo al centro,
diviene convesso in prossimità del punto di tangenza con le pareti
per via della presenza di una sorta di scanalatura poco profonda che,
girando lungo tutta la parete (tranne sopra l’ingresso dove si
interrompe a causa della sbrecciatura della roccia), segna l’origine
del soffitto; imitazione, forse, delle travi d’appoggio della
copertura straminea e dei puntoni radiali oppure del sistema di legatura
degli stessi. Da questo scanalatura si dipartono sei bande rosse (tre per
lato), simulanti i travetti, perfettamente leggibili sin quasi al centro,
dove si osservano deboli tracce di un’altra banda, interpretabile
come il sistema di legatura dei travetti. Tali elementi, nel loro insieme,
possono essere interpretati come la rappresentazione
“realistica” del soffitto di una capanna ellittica.
Il pavimento, piano e ribassato rispetto alla soglia
d’ingresso di m 0,22, presenta al centro una fossetta votiva (m 0,17
di diametro e m 0,03 di profondità). Il pavimento, esclusa la
fossetta, risulta uniformemente dipinto di rosso. La parete laterale destra
conserva anch’essa tracce di pittura che delimitano uno specchio
rettangolare (m 0,62/0,78 di larghezza, m 0,40 di altezza) (fig. 2). Una
simile partizione decorativa era dipinta, forse, anche sulla parete
sinistra.
Sulla parete di fondo, rialzato di m 0,15 dal piano
pavimentale, si apre il portello d’accesso alla cella b, strombato verso
l’interno (m 0,44/54 x 0,53 x 0,21 di spessore), ornato da un
rincasso a “cornice” (ribassato rispetto alla parete di m 0,01
e largo m 0,07) dipinto di rosso. Una fascia in rilievo, anch’essa
dipinta, fiancheggia lo stipite sinistro (m 0,28 di larghezza x m 0,78 di
altezza x 0,02 di profondità) e la parte superiore dello stesso
portello.
La cella b, decentrata verso sinistra rispetto all’anticella a,
ha pianta sub-ellettica (m 2,22 x 1,60 x 1,24 di altezza). Le pareti
laterali e di fondo, lavorate in modo sommario, risultano deteriorate da
muffe e concrezioni. Il soffitto, irregolarmente piano, è
attraversato da profonde fenditure, motivo per il quale la tomba è
soggetta a periodici allagamenti. Il pavimento della cella, dipinto di
rosso ed in leggera pendenza verso l’ingresso, presenta al centro una
fossetta quadrangolare (m 0,17 x 0,18 x 0,05 di profondità)
contornata da un solco inciso di m 0,40 di diametro: motivo interpretabile,
con ogni probabilità, come la semplificazione di un focolare
rituale.
Lo stipite destro del portello è affiancato -
all’interno - da una lesena dipinta di rosso (m 0,22 x 1,04 di
altezza, rilevata rispetto alla parete di m 0,09).
L’elemento più significativo di questo
vano è rappresentato dal motivo dipinto a “reticolato” -
sulla parete d’ingresso e in parte su quelle laterali - ottenuto con
fasce orizzontali e verticali di colore rosso. Il disegno, ben conservato
sulla parete Est (fig. 3) per tre serie sovrapposte di riquadri (la
raffigurazione misura nell’insieme m 1,08 di larghezza e m 1,00
d’altezza; in media ogni riquadro misura m 0,16 x 0,13; dal basso a
sinistra se ne contano dodici, quattro per ogni serie), prosegue, come
già detto, al di sopra e ai lati del portello d’ingresso, con
riquadri di dimensioni però maggiori (dimensioni dei riquadri a
partire dall’alto a destra: m 0,50 x 0,20 di altezza; m 0,26 x 0,15
di altezza; m 0,20 x 0,10 di altezza; m 0,50 x 0,40 di altezza)). Tracce di
pittura rossa si osservano anche sulla parete Nord.
Fra gli altri elementi architettonici dipinti che
completano la rappresentazione della capanna sono visibili sul soffitto, a
m 0,60 dalla parete Est ed a m 1,10 dall’ingresso, quattro fasce di
colore rosso, tre delle quali si dipartono da un elemento semicircolare.
Tutte e quattro le fasce dipinte si raccordano sotto la linea del soffitto
- lungo le pareti destra e dell’ingresso - ad una larga banda
orizzontale dipinta. Il motivo a “reticolato” potrebbe essere
interpretato come l’intelaiatura della pareti laterali della capanna,
mentre la banda orizzontale riprodurrebbe, anche qui, le travi orizzontali
d’appoggio dei travetti della copertura.
Un’apertura a parete di m 1,10 x 0,98 x 0,11 di
spessore, praticata sul lato Ovest della cella b, sopraelevata rispetto al
piano pavimentale di m 0,24, immette nel vano c: pianta reniforme (m 1,55 x 0,80 x 1,15 di
altezza), pareti dal profilo curvilineo e soffitto irregolarmente piano.
Sono presenti, sulle pareti Sud e Ovest, i riquadri definiti dalla bande
rosse, ma il cattivo stato di conservazione della superficie delle pareti,
non consente una chiara lettura della composizione figurativa.
Sulla parete Nord del vano c, a m 0,28 dal pavimento,
si apre l’ingresso al piccolo vano c. Il portello d’accesso (m
0,40 x 0,33 x 0,09 di profondità) è delimitato da un rincasso
con angolo smussati. Il vano (m 1,07 x 0,90 x 0,80 di altezza massima),
forse scavato in un momento successivo rispetto all’impianto
primitivo, presenta pareti dal profilo curvilineo ben rifinite e volta a
forno.
La tomba di Mandras è, come già detto,
un monumento di notevole interesse non solo per la particolarità dei
motivi architettonico-decorativi riprodotti sui soffitti e sulle pareti
degli ambienti principali, ma anche, e soprattutto, per il fatto che tali
motivi sono resi simbolicamente tramite pittura rossa, colore del sangue e
quindi di vita e rigenerazione.
In Sardegna si conoscono almeno sessantotto domus de janas dipinte,
ricadenti per lo più all’interno della provincia di Oristano
(TANDA et al.
2003:61 ).
Due soli monumenti fra quelli noti in letteratura, la
Tomba I di Ludurru - Buddusò e la Tomba II di Lochele - Sedilo,
conservano raffigurazioni - unicamente dipinte - di particolari
architettonici attinenti i sistemi di copertura delle abitazioni
preistoriche (TANDA 1985:32).
Tuttavia, per quanto concerne la riproduzione del
soffitto presente nell’anticella di Mandras non si conoscono finora
confronti.
Solcature che segnano la linea del soffitto si
ritrovano, invece, nella Tomba a Capanna di Sant’Andrea
Priu-Bonorva (TANDA 1985:65) e nella Tomba VI di Sos Furrighesos-Anela
(TANDA 1984:63).
L’ornato di gusto architettonico, dipinto sulla
parete laterale destra dell’anticella e che si ripeteva, con ogni
probabilità, su quella sinistra, trova riscontro nelle
rappresentazioni presenti sulle pareti della Tomba I di
S’Angrone-Nughedu Santa Vittoria (TANDA 1997:57-66).
Pareti dipinte di colore rosso e suddivise da
semipilastri e finte nicchie si osservano nella Tomba II di Sas Arzolas de
Goi-Nughedu Santa Vittoria (TANDA 1992:76). Altri confronti si possono
istituire con le partiture architettoniche scolpite in rilievo sulle pareti
delle domus I
di Pedras Serradas-Florinas (MELIS 1995:263) e di Alzola Trigale-Florinas
(PULACCHINI 1995:262-263).
La lesena che fiancheggia lo stipite sinistro del
portello d’accesso al vano b, dipinta di rosso, trova confronto nella Tomba II di
Iscannizzu-Sedilo e nella Tomba VIII di Lochele-Sedilo (TANDA 1996:213).
Quanto all’associazione fra un vano
semicircolare e un ambiente ellissoidale, si rileva che esso è
presente anche nella Tomba II di Loci Santus-San Giovanni Suergiu, nella
Tomba II di Monte Pertusu-Ploaghe e nella Tomba II di Sa Cappella de Sas
Fadas-Anela (TANDA 1984:55).
Problemi interpretativi offre la composizione
figurativa dipinta sul soffitto della cella principale b, ove si osservano, come
già detto, quattro fasce di colore rosso, tre delle quali si
dipartono da un elemento semicircolare.
Ad una prima, rapida osservazione, si potrebbe essere
tentati di interpretare il motivo come riproduzione di un soffitto
semiconico con travetti a raggiera. Il soffitto con travature radiali,
tipico della pianta semicircolare, è documentato in numerose domus: nelle Tombe II di Sas
Lozzas-Sorradile (NIEDDU 1999:399-407) e nelle domus I, II, XII di
Iloi-Spiluncas-Sedilo (TANDA 1995:127-130, 174-177, 152-154). Solo in
alcuni ipogei, però, ad esempio nelle Tombe I-IV di Sas
Lozzas-Sorradile (NIEDDU 1999:403) e nella domus di Tanca Bullittas-Alghero (TANDA 1984:55), il modulo di
copertura con travetti a raggiera si imposta su un vano di planimetria
diversa da quella semicircolare, così come accade nella domus di Mandras. Sono
rari i casi in cui questa semplificazione architettonica viene riprodotta
nella cella principale e non nell’anticella. L’unico confronto,
per quanto è noto, porterebbe alla Tomba I di Noeddale-Ossi, nella
quale la rappresentazione è scolpita sul soffitto di un vano
semicircolare che segue - sullo stesso asse - due vani rettangolari con
soffitto a doppio spiovente (DEMARTIS 1984:10). L’anomala ubicazione
della figurazione, dipinta a partire dal centro e non dal fondo del
soffitto, potrebbe essere stata originata dal personale “estro”
dell’esecutore.
Da un più attento esame del motivo è
tuttavia possibile avanzare una diversa ipotesi. Infatti, si constata che
la quarta fascia presente sul soffitto (che non si diparte dal semicerchio
di colore rosso), per quanto è possibile osservare ha un andamento
parallelo rispetto a quella che dall’elemento a semicerchio volge
verso la parete d’ingresso. Poiché anche questa quarta fascia
si raccorda - sulla parete d’ingresso - alla spessa banda di colore
rosso che sovrasta il motivo a “reticolato”, ne consegue che
anch’essa può venir interpretata come riproduzione di un
travetto di copertura. Questa fascia rappresenterebbe, dunque, ciò
che resta di una composizione figurativa ben più complessa di quella
oggi visibile e di cui l’elemento a semicerchio e le tre fasce che da
esso si dipartono, ne costituirebbero soltanto una parte.
Alla luce di quanto esposto appare assai verosimile
ammettere l’ipotesi che la composizione figurativa altro non sia se
non ciò che resta della figurazione architettonica del tetto ad uno
oppure a due spioventi con lati brevi arrotondati. Questa interpretazione
non contrasterebbe neppure con la planimetria ellissoidale del vano.
La rappresentazione del tetto a doppio spiovente
impostato in senso longitudinale nell’anticella, associata al tetto
trasversale nella cella successiva, trova confronti nella domus di
S’Incantu di Putifigari, della Tomba I di Giorrè-Cargeghe,
della Tomba Maggiore-Ossi e della Tomba II di Sos Furrighesos-Anela
(DEMARTIS 1991:9). La riproduzione del soffitto a doppio spiovente,
impostato su un vano di planimetria ellissoidale irregolare, si riscontra
anche nella Tomba Calancoi A-Sassari (TANDA 1984:55).
La larga banda di colore rosso presente sotto la
linea del soffitto, interpretata comunemente come rappresentazione delle
travi orizzontali d’appoggio per quelle di copertura, compare anche
nell’anticella della Tomba VI di Sos Furrighesos-Anela (TANDA 1984:
111). Più numerosi risultano i confronti con tombe in cui la fascia
è espressa tramite rilievo, come ad esempio nella domus I della Roccia
dell’Elefante-Castelsardo (MELIS 1991:12) e nella tomba
dell’Emiciclo di Sas Concas-Oniferi (SANTONI 2000:940).
Altro elemento di rilievo presente in questa domus, è il motivo a
“reticolato” che si osserva sulle pareti laterali e
d’ingresso del vano centrale, e sulle pareti Sud e Ovest del vano c e
che, allo stato attuale delle ricerche, per le dimensioni eccezionali e
soprattutto per il fatto di essere reso tramite pittura, costituisce un unicum. Questo motivo
riprodurrebbe, pur con le riserve che si impongono in assenza di confronti
sicuri, l’intelaiatura della pareti laterali della capanna
preistorica costituita da pali sistemati sia in senso verticale che
orizzontale. Ciò sembra suggerito dal fatto che sulle pareti Est e
d’ingresso il motivo si raccorda alla rappresentazione del soffitto,
dando forma così ad un’unica composizione figurativa di
estremo realismo.
Motivi a “reticolato” si trovano incisi
sulle pareti della Tomba XI di Sos Furrighesos-Anela e sui ciottoli di
Ozieri e di Puisteris-Mogoro (TANDA 1984:82). La Tanda, riprendendo la
comparazione unanimemente accettata fra i ciottoli incisi o dipinti con il
motivo a “reticolato” ed i churinga dell’Australia, avanza l’ipotesi che
“il motivo a reticolato, anche quando non è inciso su un
oggetto ma su una parete, almeno in qualche caso, sia un attributo
figurativo divino, espressione, quindi, di per sé, di una
entità soprannaturale” (TANDA 1984:110-111).
Altro motivo che in qualche modo richiama la tomba di
Ardauli è quello rappresentato nella Tomba IV di
Pubusattile-Villanova Monteleone, costituto da un motivo a scacchiera
associato con una fascia di zigzag. La stessa Tanda in un lavoro
successivo, interpreta il motivo a scacchiera come “rappresentazione
di elementi decorativi di origine domestica” nel quale si adombra
“il concetto di rappresentazione dell’abitazione del
vivo” (TANDA 2000:399 ss.).
G. M. Demartis ritiene che alcuni motivi incisi o
dipinti sulle pareti della Tomba IV di Pubusattile-Villanova Monteleone
e della Tomba II di Mesu’e Monte-Ossi siano riproduzioni in
roccia “di elementi dell’arredo domestico” (DEMARTIS 2001:
25).
Può essere interpretato come riproduzione del
focolare rituale il motivo costituito da un cerchio con fossetta
quadrangolare scolpito al centro del pavimento della cella b. Nelle domus
dell’isola si conoscono ben 19 rappresentazioni di focolari (DEMARTIS
1991:10) resi per lo più con una cavità al centro di un
anello in rilievo. I confronti più stringenti si hanno però
con i focolari della Tomba XII di Sos Furrighesos-Anela (motivo a 4 cerchi
concentrici con coppella centrale) e della Tomba Dipinta di Mandra
Antine-Thiesi (TANDA 1984:36). Pavimenti dipinti di rosso si trovano anche
nell’anticella della Tomba I e nella cella 10 della Tomba VII
di Molia-Illorai (TANDA 1984:63).
Tra gli elementi legati alla sfera religiosa va
ricordata infine la presenza di due fossette votive scavate rispettivamente
sul pavimento dell’atrio e dell’anticella, destinate, con ogni
probabilità, a ricevere offerte solide e liquide in onore dei
defunti.
Per quanto concerne l’inquadramento
cronologico, in base alle caratteristiche sopra esposte, è possibile
far risalire l’escavazione della domus alle fasi finali della cultura di Ozieri (Neolitico
Recente .
RINGRAZIAMENTI
Il presente lavoro è tratto dalla mia Tesi di
Laurea dal titolo “Emergenze archeologiche nei territori dei comuni
di Ardauli, Boroneddu, Neoneli, Tadasuni e Ula Tirso”,
Università degli Studi di Sassari, AA. 2002/2003, discussa con
il Prof. A. Moravetti e il Dott. P. Melis, che sentitamente ringrazio per i
loro preziosissimi suggerimenti.
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